mercoledì 12 dicembre 2007

Alluminio Anodizzato (2)

La ragazza era una biondina, forse ventanni, qualcosa meno, top nero, tette piccole, pancia piatta, culetto strizzato in attillatissimi jeans a vita bassa. La tipa disse - Cosa volete? - e loro - Due super medie. Grazie. - Salvo seguì avidamente l'ancheggiare della cameriera finchè questa non uscì dal suo campo visivo. Subito cominciò a fantasticare su come sarebbe stato poter vedere la fine di quel tatuaggio che ammiccava da dietro la cintura. Una risata complice unì i due amici. Com'era bello fantasticare sulle cameriere dei Pub. Conoscerle avrebbe rovinato il divertimento. Attribuirgli pensieri, sentimenti, idee avrebbe rovinato la magia che lega infermiera e paziente, cameriera e bevitore. Ormai le due medie erano a metà quando l'atmosfera si fece più distesa. Quasi due metri di paciosità, in un ragazzone di più di cento chili, barba incolta, fronte alta e testa rasata, questo era Salvo. Amava parlare delle donne, almeno quanto ne aveva paura. La conversazione, un misto di amenità volgari e acute riflessioni sull'animo umano, procedeva al solito dominata da Salvo, al quale bastava la semplice stanca attenzione dell'amico. Quante volte Samuele aveva già sentito quella montagnona lamentarsi per i casini avuti con la sgualdrinella di turno. Eppure ascoltare quelle storie non era noiso. Un altro sorso, ormai si era scaldata quella fottuta birra. Stanco. Troppo stanco per poter rispondere, troppo stanco per poter pensare, troppo stanco per ricambiare le attenzioni che gli stava dedicando lo sguardo avido di quella frangetta alle spalle di Salvo. - Che ne pensi se ci leviamo di culo? - disse interrompendo l'amico - Andiamo vai che domani ho lezione. - Salvo era ormai settimane che non andava all'università e non ci sarebbe andato nemmeno l'indomani. Il cinghialone si era trovato un lavoro come tecnico delle luci per una ditta che organizzava concerti, ed era sempre più convinto che quello fosse il suo posto nel mondo, perciò tutto il resto a puttane. Pagarono il conto e uscirono. I due si salutarono ripromettedosi di andare a far macello in centro quel fine settimana. Samuele sfilò l'ultima sigaretta dal pacchetto e la fumò durante il ritorno. Imprecava già al pensiero che l'indomani, dopo il caffè, non si sarebbe stroncato il consueto cicchino mattutino.

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