domenica 27 gennaio 2008

Alluminio Anodizzato (4)

Nausea. Si sentiva mancare il fiato. Appena sopra il treno, non potè far a meno di venir stordito dal fetore di quell'umanità stipata come bestiame. Anche quella mattina era costretto ad affrontare il viaggio in piedi. Come se non bastasse una temperatura tropicale non faceva che accrescere il disagio. Odiava l'ora dei pendolari. Odiava quei treni unti e usurati. Impossibile muoversi. Non aveva scelta, doveva godersi la compagnia di quella cariatide dai capelli bianchi e radi che gli era di fronte. Samuele trovava repellente sopra misura quella donna anziana, che in altre circostanze avrebbe suscitato in lui compassione. S'infilò le cuffie del suo riproduttore Mp3 e chiuse gli occhi cercando di evadere. Così, in apnea giunse alla stazione centrale. La mandria scese dal treno, fiacca e intorpidita.
Freddo, freddo, di nuovo dannatamente freddo. In mezzo a quell'ordinato caos Samu stava già imprencando al pensiero di salire su quel fottuto autobus. Prima però fece sosta dal tabaccaio. - Un pacchetto di Camel Light. Grazie - Tutte le volte che ringraziava il negoziante gli capitava di riflettere sull'assurdità di quelle parole. Non che quel vizio maledetto fosse colpa del tabaccaio, tuttavia trovava paradossale rigraziare il venditore del veleno che l'avrebbe ucciso.
Di nuovo in attesa. Questa volta sulla banchina fuori dalla stazione, ma almeno poteva fumare. Erano ormai le nove, quando riconobbe Vincenzo. "Porca puttana! Anche questo ci mancava." pensò Samuele. Non aveva nessuna voglia di conversare quella mattina, tantomeno con lui - Anche tu in ritardo? - esordì goliardico il collega. - Ce la prendiamo con calma, eh... - Samu era fottuto, in trappola. Avrebbe voluto sparire, non si sentiva in grado di poter sostenere l'allegria di Vincenzo neanche per un minuto. Ma ormai non poteva che soccombere a quella mitragliatrice dall'accento calabrese. E così passò più di mezzora sforzandosi di essere il più compiacente possibile. Annuiva, sorrideva. Una fatica immane. Odiava quel tipo di persone la cui prerogativa principale sembrava riuscire a cesellare il nulla. Niente carattere, niente spirito, niente emozioni. Aria fritta. Parla, parla e non comunica nulla. La sua fortuna è che non riesce ad ascoltarsi, pensava Samuele. Finalmente le porte del Bus si aprirono proprio di fronte all'ingresso della facoltà. Era arrivato.

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